L’Ic di Sant’Eufemia è capofila del Progetto Fami 2014-2020 “Calabria Accoglie 2.0”. Qui l’integrazione parte dai più piccoli: «Una fascia d’età di cui bisogna avere cura, sono gli adulti e la società di domani»
Quando le parole lasciano spazio ai fatti accade che sogni ed utopie, grazie all’impegno collettivo, si materializzino in progetti reali. E termini come «integrazione» e «inclusione» assumono contorni ben definiti in grado di restituire l’immagine di una Calabria che – nonostante le difficoltà – si mette all’opera per cercare di superare barriere solo immaginarie. L’esempio arriva da Lamezia Terme città che – numeri alla mano – è tra quelle calabresi con il più alto numero di comunità culturali, marocchine e cinesi fra tutte. Qui l’integrazione, però, parte dai più piccoli e nelle scuole come l’Istituto comprensivo di Sant’Eufemia (guidato dalla dirigente Fiorella Careri), capofila nel progetto Fami 2014-2020 “Calabria Accoglie 2.0”, realizzato in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, la Regione Calabria, alcune Associazioni culturali e gli Istituti comprensivi di Vibo Valentia, Crotone e Sellia.
I PROGETTI
I progetti messi in campo sono molteplici e ben articolati all’interno di un percorso di inclusione cucito addosso ai tanti minori (dai 3 ai 14 anni) che imparano poco alla volta e ogni giorno fra i banchi di questo istituto. C’è il “Laboratorio L2” per l’apprendimento della lingua italiana, i Laboratori motivazionali indirizzati agli alunni della Scuola secondaria di I grado, allo scopo di sviluppare competenze civiche e sociali, attraverso percorsi basati sull’intelligenza emotiva e sul coinvolgimento psico-affettivo. «Ogni gruppo previsto – racconta al Corriere della Calabria la dirigente Fiorella Careri – racchiude 20 o 25 alunni per circa 60 ore di attività destinante non solo all’insegnamento o all’approfondimento della lingua italiana, ma anche allo studio delle buone pratiche, alla ricerca di materiale relativo all’insegnamento della lingua. E poi il laboratorio motivazionale dove ci saranno momenti di incontro tra studenti stranieri e italiani».
IMPEGNO E INTEGRAZIONE
Ed è proprio dall’impegno di Nova e Sos Villaggio dei Bambini Onlusche sono partiti i progetti di consulenza e orientamento alle famiglie immigrate e agli operatori scolastici: «All’interno delle scuole e degli istituti che aderiscono al progetto – ci racconta Sara Greco, Educatrice ‘SOS Villaggi dei Bambini’ – verranno attivati degli sportelli ISI (informazione e sostegno all’integrazione). L’obietto è essere presenti nella vita degli studenti raggiungendo anche le famiglie, fornendo loro un supporto adeguato per vivere al meglio all’interno della vita scolastica ma anche per avere informazioni puntuali e funzionali nell’ambito dei servizi necessari».
IL FUTURO
Un percorso complesso. Ma questi messi in campo sono, di fatto, i primi tasselli di un puzzle ampio e colorato e che include sogni e progetti da coltivare insieme in uno scambio continuo e reciproco. Tutti uniti per creare – proprio dai più piccoli – un futuro diverso, multiculturale e inclusivo. «È una fascia d’età – conclude Sara Greco – di cui bisogna avere cura, perché sono gli adulti e la società di domani. Una fascia d’età in cui si apprende che cos’è la vita e in qualche modo come affrontarla. È perciò prioritario per noi dedicarsi alle mille sfaccettature che quest’età richiede come attenzioni e in questo progetto si prova davvero a produrre un cambiamento funzionale nelle vite di questi studenti all’interno di una società multiculturale».
ARTICOLO TRATTO DAL CORRIERE DELLA CALABRIA DISPONIBILE AL SEGUENTE LINK